Il giorno 0 degli Archeoblogger

#Archeoblog per me è cominciato così. Volevo la diretta streaming visto che diverse persone l’avevano richiesta nei giorni scorsi e, senza troppi problemi, streaming è stato.

Sarebbe stato lo stesso un buon inizio per noi archeoblogger il giorno 0 della nostra Storia? Probabilmente sì, ma con live-tweeting e diretta video abbiamo tenuto fede alla nostra natura, alle nostre parole (il che è quasi mai scontato) e soprattutto abbiamo iniziato subito “a creare una comunità di persone interessate all’archeologia e che sentano di avere voce in capitolo”, secondo le parole dell’organizzatrice Cinzia Dal Maso. Se siamo subito entrati nei “Trending topic” italiani su Twitter direi che l’argomento interessa.

Il giorno 0 ha avuto come cornice un luogo e un evento di rilievo: il museo di Paestum (proprio quello con la famosa tomba del Tuffatore) durante la sedicesima edizione della Borsa del Turismo Archeologico. Al momento della registrazione ho ricevuto un pass con la parte inferiore colorata di rosso e con su scritto “Stampa”. Il blogger è stato inserito tra i giornalisti, non è un visitatore né un relatore; del resto gli archeoblogger vogliono raccontare storie, innescare riflessioni, sporgere critiche, promuovere un’interazione con i propri lettori e via dicendo.

L’incontro di Paestum è stato un incontro di presentazione degli archeoblogger, in primo luogo al pubblico ma utile anche per noi, visto che non ci conoscevamo tutti di persona. Al di là di quello che c’era scritto sui nostri pass, delle 11 persone che hanno preso la parola 6 sono archeologi (e un altro archeoblogger era tra il pubblico), 2 hanno avuto a che fare con l’archeologia, altre 2 con il mondo della cultura in generale e un’altra era al primo approccio.

In tre ore abbiamo messo sul piatto esperienze molto diverse ma che partono tutte dall’aver compreso l’assoluta e impellente necessità di raccontare l’archeologia con media, linguaggi e stili diversi da come è avvenuto finora. Il blog è uno strumento che ha permesso a ognuno di esprimere il suo punto di vista secondo le sue inclinazioni e per me, che pure già conoscevo bene 4 degli altri 5 archeologi, è stato un modo per apprezzare ancora meglio la ricchezza e la varietà dei nostri personali approcci all’archeologia.

Il giorno 0 ha mostrato che una base di riflessione e un obiettivo comune ci sono, i modelli a cui fare riferimento (i non archeologi ce ne hanno parlato abbondantemente) e la possibilità di arrivare ad esperienze innovative e di successo anche (Invasioni Digitali è ormai ben più di un indizio).

Ora sta agli archeoblogger cercare di definire i punti critici da superare e quelli su cui puntare senza margine di dubbio. In altre parole serve il dibattito che purtroppo non c’è stato tempo di svolgere a Paestum, con l’obiettivo di proporre idee e soluzioni. Queste sono solo alcune delle domande a cui trovare delle risposte convincenti.

Chi è e cosa fa il cultural heritage blogger? Deve essere un archeologo?

Chi forma l’archeoblogger?

Chi paga il blogger?

E’ sufficiente/è necessario un blog se il museo non si rinnova?

Il giorno 0 è stato il giorno delle presentazioni, il giorno che ti permette di iniziare una nuova avventura. Dal giorno 1 in poi bisogna iniziare a realizzare qualcosa. Vediamo se gli archeoblogger riusciranno a tenere fede a queste importanti premesse.

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