Raccontare il museo – Intro

Come faccio a rendere interessante un’amigdala? Come posso spiegare ai bambini che gli idoletti di Ripabianca rappresentano “molteplici fenomeni ideologici che rispecchiano l’eterogeneità delle prime comunità neolitiche”? Come raccontare una necropoli protovillanoviana in modo coinvolgente senza perdere in qualità dell’informazione?

Queste e altre domande mi hanno accompagnato da gennaio ad aprile, quando ho svolto il mio secondo tirocinio presso la Soprintendenza dei Beni Archeologici delle Marche, e lo faranno anche dai prossimi giorni a dicembre, tempo necessario a terminare questo che è diventato il mio primo lavoro. Il mio compito è quello di scrivere i testi per il nuovo percorso multimediale di cui si doterà il Museo Archeologico Nazionale delle Marche.

Un compito che ho accolto subito con entusiasmo perché mi permette, da un lato, di mettere insieme lo studio della collezione del museo e, dall’altro, di ampliare la mia esperienza nella comunicazione dell’archeologia alla redazione di testi scritti in ambito museale.

Un compito che d’altra parte sento di grande responsabilità perché so che il gradimento del museo passerà anche dal modo in cui parlerò degli oggetti esposti. Per iniziare, un testo per adulti e uno per bambini per ciascun oggetto. La responsabilità spesso ci annebbia ma stimola anche le idee; voglio un testo che sia di più gradevole lettura e possibilmente coinvolgente.

Biblioteca

Penso a quei testi criptici pieni di termini del gergo archeologico e ho quasi paura di queste parole. Paura che possano comunque entrare nella mia mente da quei libri che sto leggendo per trovare, aggiornare e selezionare le informazioni sugli oggetti e che possano uscire dal mio dito che batte i tasti sul computer.

Purtroppo sono contagiose. Non penso ci sia bisogno di dimostrarlo.

Perciò occorre trovare un antidoto. Quelle parole, quello stile di scrittura hanno un senso nella letteratura scientifica archeologica ma lì devono rimanere. L’antidoto che trovo e posso attuare più facilmente è quello di raccontare gli oggetti attraverso delle storie, fare storytelling.

Scrivere una storia ambientata nel passato permette di affrontare un argomento da un altro punto di vista, un punto di vista da cui le parole che fanno paura non si vedono.

Non resta che stare attenti e inserire nel racconto le informazioni all’interno di una cornice narrativa. Finora l’ho fatto per gli oggetti del percorso scelti per la sezione preistorica. Da ora in poi mi occuperò delle sezioni picene e romane e d’ora in avanti cercherò di raccontare il mio lavoro con alcuni post.

Come organizzo i racconti, come li scrivo, come scelgo i nomi dei personaggi, da dove prendo le informazioni… e molto altro ancora! Si parte!

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5 risposte a “Raccontare il museo – Intro”

  1. Elisabetta dice :

    Credo che tu abbia proprio un talento naturale per il racconto e sono sicura che il Museo attraverso il tuo lavoro potrà diventare davvero uno spazio in cui le storie prendono vita attraverso gli oggetti. Buon lavoro!!

  2. Gaia dice :

    I libri che stai consultando, certo sono molto datati, ma contengono i dati sul contesto ed i materiali da cui si deve iniziare. In questi anni si è posta molta attenzione anche all’approfondimento degli aspetti tecnologici e funzionali dei manufatti di uso pratico e anche all’aspetto simbolico di altri oggetti che oltre alla funzione pratica potevano avere anche quella simbolica, ed altri ancora nei quali il contenuto ideologico era prevalente. Sappi che per comprendere tutti questi aspetti è comunque indispensabile partire dalla documentazione scientifica, che naturalmente usa linguaggi e termini per addetti ai lavori. E’ solo da un analisi corretta e dettagliata oltre che aggiornata che si possono trarre sintesi valide anche di tipo didattico e divulgativo. La frase che tu citi è molto chiara: contiene in se tutte le varie ipotesi scientificamente convalidate sul significato di queste statuine. Certo bisogna conoscere i rinvenimenti e la bibliografia aggiornata di riferimento. Se hai bisogno volentieri ti posso dare qualche consiglio. Gaia Pignocchi

    • Francesco Ripanti dice :

      Grazie per la sua disponibilità. Da qui a dicembre sarò in biblioteca in Soprintendenza per cui sicuramente avremo la possibilità di scambiare qualche battuta.
      Durante il mio percorso di studi e per la tesi di laurea ho accumulato una discreta esperienza nel raccontare storie di archeologia; ora si tratta di applicare questa esperienza al museo.
      Per far questo parto dalla letteratura archeologica e la trasformo in storie per raccontare in maniera più coinvolgente quello che è lo stato dell’arte su un sito o su un oggetto. Su questo argomento verterà la mia tesi di specializzazione, per cui suggerimenti e critiche sono ben accetti.
      Ho visto i suoi libri per bambini e ho preso spunto dal modo in cui lei aveva scelto e comunicato le informazioni al pubblico dei più piccoli.
      A presto, Francesco

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